Il pianeta Terra, fin dai tempi più antichi, ha sempre goduto di un’ampia abbondanza di fauna che, correttamente bilanciata, supporta sia la sopravvivenza sia la prolificazione di tutti gli ecosistemi presenti al mondo.

Gli scienziati che stanno monitorando la situazione sono stati lapidari nel classificare l’ammanco subito a danno della fauna mondiale: al momento stiamo infatti vivendo la peggiore ondata di perdita delle specie dopo la scomparsa dei dinosauri, avvenuta 65 milioni di anni fa.

In natura tutto è interconnesso e nessuna creatura animale è meno importante di altre: per ogni specie che si estingue, un intero ecosistema viene alterato e, appiattendo la biodiversità, si viene a perdere l’elemento chiave per la sopravvivenza della vita sulla Terra.

I dati ufficiali sostengono che oltre 5000 specie si trovano in questo stato, e non si tratta di soli mammiferi, ma anche di anfibi ed invertebrati.

La tigre

La tigre è una di queste creature. Oramai al mondo se ne riscontrano 5 specie, diversificate in solo 3000 esemplari, tutte minacciate quotidianamente per il valore di pelli e organi sul mercato nero.

La tartaruga liuto

La tartaruga liuto è, grazie alla sua imponenza e resistenza, considerata la tartaruga più grande e forte al mondo. Ma questo non la aiuta a salvarsi dalla veloce estinzione che sta colpendo i suoi esemplari. Nonostante possa attraversare tutti i mari del mondo per trovare il luogo ideale dove deporre le proprie uova, essa muore o a causa dell’ingestione di plastica (scambiata per cibo) o perché non riesce a riprodursi a causa delle coste sempre più erose dall’urbanizzazione turistica.

La salamandra gigante cinese

La salamandra gigante cinese, invece, è minacciata da diversi elementi derivanti dalla popolazione umana stanziata nel suo habitat, il sud-est cinese.

Se da un lato, infatti, è vittima dell’avidità culinaria fiorita in questi ultimi decenni, dall’altra soffre gli alti tassi di inquinamento che ammorbano i torrenti e i ruscelli dei boschi del territorio di appartenenza.

Elefante di Sumatra

Nulla si può contro l’estinzione dell’elefante di Sumatra, neppure la sua intelligenza e il sistema sociale assai simile a quello umano possono fare molto.

Sebbene in Indonesia vi siano leggi specifiche per la sua tutela, l’85% degli esemplari vive al di fuori dell’area protetta.

A decimare questa specie contribuiscono la deforestazione, la caccia di frodo e i maltrattamenti subiti.

La focena del Golfo di California

La focena del Golfo di California, invece, paga a caro prezzo la sua timidezza: sebbene sia stata scoperta solo da una trentina d’anni, la sua presenza numerica sta letteralmente scomparendo a causa di inquinamento e uso indiscriminato di reti per la pesca massiva. L’animale, infatti, resta impigliato nelle maglie da strascico, solamente perché la sua natura timida lo relega a profondità pericolose per la sua sopravvivenza.

Il saola

Il saola, una sorta di antilope che vive tra il Laos e il Vietnam, è invece minacciato a causa della sua stessa ridotta quantità numerica, pari a 500 unità in tutto il mondo: il fatto che sia un animale numericamente pregiato fa sì che venga ancor più cacciato di frodo, come se già non bastasse la deforestazione che sta eliminando tutto il suo habitat naturale.

L’orso polare

Dell’orso polare, invece, se il trend dello scioglimento dei ghiacciai continuerà con la velocità attuale, resterà solo il ricordo a forma di peluche.

Sebbene la sua natura sia maestosa ed estremamente resistente, egli nulla può contro la modifica delle calotte polari e della catena alimentare da cui dipende.

La balena

La balena, poi, in qualsiasi specie la si ammiri, risulta essere minacciata sia dall’inquinamento marino che dalla pesca indiscriminata: se sopravvive all’ingestione di elementi plastici, deve comunque vedersela con il rischio di strozzatura nelle reti e corde di frodo, per non parlare delle baleniere giapponesi.

La farfalla monarca e l’aquila reale

La farfalla monarca è un altro esemplare delicato che sta lentamente scomparendo. Eccezionale nella sua migrazione annuale dalla Scozia al Messico per dare vita al ciclo riproduttivo, non può opporsi alla sempre più ridotta presenza dell’unica pianta che ricopre la funzione di nido ed alimento per questa creatura. La causa è l’ampio utilizzo di pesticidi e la sempre più crescente deforestazione a favore di coltivazioni intensive.

Che alla fine sono anche gli stessi motivi che stanno comportando la scomparsa di un rapace genuino e maestoso: l’aquila reale. Il numero dei suoi esemplari sta subendo un drastico calo, sebbene sia un animale amato dall’immaginario collettivo.

Dalla salvaguardia di tutte specie animali a rischio estinzione deriva l’integrità dell’intero ecosistema mondiale, inclusa la sopravvivenza del genere umano.

Per quanto ancora saremo in grado di rimanere indifferenti a questo stillicidio?