Chi desidera raggiungere degli obiettivi finanziari, può seguire due strade: risparmiare o investire. Molto spesso vissute quali attività contrapposte, sono in realtà, come è ben spiegato in questo interessante articolo di approfondimento, complementari tra loro e possono susseguirsi in modo naturale nel ciclo di vita dell’attività finanziaria. Per poter investire, è infatti necessario disporre di un piccolo capitale di partenza. Questo può essere accumulato risparmiando.
La pianificazione finanziaria si colloca alla base del processo e si configura come quell’attività che, attraverso un’attenta analisi dei propri obiettivi, delle necessità attuali e delle risorse di cui si dispone, consente di migliorare e ottimizzare la gestione del denaro.
Cosa tratteremo
L’importanza della pianificazione finanziaria
Effettuare una buona pianificazione finanziaria consente, sul medio o lungo periodo, di ridurre le uscite superflue, ottimizzare le spese fisse e mettere da parte qualche risparmio in vista degli obiettivi futuri. Grazie alla pianificazione, è possibile trovare il giusto equilibrio tra le entrate reali e le uscite effettive. In questo modo risulterà meno difficile capire se e quando una spesa può essere sostenuta.
Gli unici due requisiti richiesti per raggiungere dei risultati concreti sono la precisione nel determinare entrate e uscite, e la costanza nel mantenere i calcoli sempre aggiornati.
Da dove cominciare
Chi desidera realizzare i proprio piano finanziario può percorrere due strade:
- rivolgersi a un consulente finanziario esperto;
- rimboccarsi le maniche e fare tutto da sé.
Mentre nel primo caso ci si potrà affidare totalmente al professionista scelto, seguendone i consigli, nel secondo ci si dovrà ritagliare un po’ di tempo da questa importante attività.
Il primo passo da compiere per effettuare una pianificazione finanziaria in tutta autonomia consiste nello stabilire un periodo di tempo di riferimento, il quale potrà essere settimanale, mensile o annuale, e nel valutare, in modo più oggettivo possibile:
- le entrate stabili derivanti da stipendi, pensioni o altri redditi da lavoro, nonché da affitti o altro;
- le entrate non prevedibili derivanti da attività lavorative, affitti, diritti d’autore e via dicendo;
- le spese fisse e prevedibili, come le rate dei prestiti, l’affitto, i premi assicurativi, l’acquisto di alimenti;
- le spese non prevedibili, come quelle relative all’abbigliamento o agli svaghi.
Le spese dovranno essere ulteriormente divise in due grandi gruppi: indispensabili e non eliminabili, e superflue o comunque non strettamente necessarie.
Tenere un registro delle spese
Registrare quotidianamente tutte le spese sostenute, tramite app dedicate o utilizzando una semplice agenda cartacea, può aiutare a individuare le uscite non indispensabili, a capire quali spese fisse possano essere ridotte tramite qualche piccolo stratagemma e a valutare in modo oggettivo il rapporto tra entrate e uscite.
Stabilire le priorità
Il passo successivo consiste nel determinare quali sono le spese prioritarie, ossia quelle che devono avere sempre la precedenza sulle altre, e quali invece possono essere messe in secondo piano. Queste ultime potranno, a seconda dei casi, essere eliminate oppure semplicemente rimandate.