Se non si conoscono gli strumenti del mestiere e non si rientra nella categoria degli esperti informatici, che si tratti di programmatori o dei cosiddetti geek (nel gergo della rete coloro che possiedono una estrema passione e propensione per le nuove tecnologie), l’universo bitcoin potrebbe apparire piuttosto complicato da comprendere.

Vediamo insieme tutto quello che c’è da sapere sui bitcoin.

Cosa sono

In sintesi lo si può definire come il primo strumento di pagamento nato per via elettronica (per ricavare i bitcoin si devono ottenere determinati dati dal web, tramite il cosiddetto “mining”, tecnicamente il processo di formazione dei bitcoin attraverso difficilissime operazioni matematiche, svolte per mezzo del processore centrale del pc, la CPU o dalla sua componente adibita all’elaborazione grafica, la GPU).

Spiegato in maniera semplice, è possibile definire il bitcoin come una moneta digitale, generata grazie alla grande potenza di calcolo di un computer; una sorta di input elettrici figli di intricati algoritmi che assumono le sembianze di una stringa numerica ignota, e totalmente autonomi da Stati nazionali e istituti bancari.

Al pari di uno dei più preziosi minerali del pianeta Terra, l’oro, i bitcoin sono, quindi, assai rari; inoltre non si possono duplicare (e questo per merito di una tecnologia, conosciuta come “blockchain”, che consente di registrare ogni transazione avvenuta).

Quanti sono i bitcoin

Lo scorso anno è stato registrato il record di bitcoin estratti: oltre 17 milioni.

Il numero di nuove monete di bitcoin in circolazione tende a scemare nel tempo, perché il sistema è stato creato per arrivare al limite di 21 milioni, ma senza mai poterlo raggiungere né tanto meno superare. E in ogni caso per avvicinarsi al traguardo il procedimento di estrazione dei bitcoin rallenta sempre in misura maggiore. Questo è anche il motivo per il quale fino a pochi anni fa il numero totale di bitcoin riusciva a salire per, esempio della cifra di un milione, in molto meno tempo rispetto ad oggi.

Il loro valore? Attualmente sfiora i 3.500 euro a bitcoin. Ma nel 2017 si è registrata la cifra stratosferica di 19.000 dollari a bitcoin. Gli esperti del settore più scettici hanno decretato per il 2019 la discesa del valore della moneta fino 1.500 dollari a bitcoin; d’altro canto i più ottimisti ne predicono invece il grande boom fino addirittura alla quotazione di 20.000 dollari a bitcoin.

Comunque, l’anno in corso potrebbe diventare di fondamentale importanza per il futuro della cripto-valuta. Si comprenderà, infatti, se la moneta virtuale ha ragione di esistere come valuta speculativa, se finalmente si stabilizzerà e si potrà quindi tornare a considerarla una modalità “alternativa” per acquistare beni o servizi; o se banalmente verrà archiviata come una delle tante “mode digitali”.

Perché i bitcoin sono così affascinanti

A parte le mere speculazioni finanziarie, i bitcoin hanno acquisito nel tempo un particolare fascino anche per via della loro origine: leggenda vuole che la cripto-valuta sia stata creata nell’anno 2009 da un personaggio mitico, la cui reale identità è tuttora ignota, conosciuto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto.

Filosoficamente parlando, l’iniziativa è stata vista come la nascita di una economia che non ha alcun tipo di intermediario, viene controllata solamente da internet ed è in grado di offrire sconfinate opportunità ai geek grazie all’uso della tecnologia blockchain.

Come e dove si comprano i bitcoin

Ufficialmente non ci sono intermediari appositi: bisogna stare molto attenti e prima di effettuare l’acquisto informarsi bene sui venditori. È possibile, infatti, comprare i bitcoin dai privati o dai cosiddetti “exchange”, ossia dei siti internet che fungono da “agenti di cambio”: in pratica comprano bitcoin dagli utenti e poi li rivendono.

Ultimato l’acquisto, i bitcoin vengono trasferiti su una sorta di portamonete elettronici (tipo applicazioni come il wallet, un’app creata dalla Apple per i pagamenti tramite carta di credito e compatibile con i sistemi operativi iOS e watchOS, o programmi specifici che assolvono alla funzione di conto corrente virtuale). Nel caso di somme di una certa rilevanza si può utilizzare una chiavetta off line che permette di tenere i propri soldi al sicuro e soprattutto lontano dal web e dai tentativi di hackeraggio

In Italia si possono comprare bitcoin anche presso gli sportelli Atm situati a Milano, Firenze, Torino ed Udine.

Come si usano e cosa si può acquistare con i bitcoin

In genere le operazioni sono effettuate mediante il wallet o portamonete virtuale; ci sono tuttavia carte di credito prepagate (ad esempio la “Xapo”) sulle quali è possibile immagazzinare i bitcoin per poi saldare quello che si compra in euro.

In merito alle compere, i modi in cui spenderli ci sono: ad esempio a Roma si può pagare in bitcoin il taxi oppure degli immobili e abiti su misura, o ancora a Torino oggetti artistici alle aste e in alcuni locali, come a Rovereto, ogni tipo di consumazione.

E se si punta al top, perché non un viaggio nello spazio come quello, ancora senza data, proposto dalla Virgin Galactic? In ogni caso, rimanendo con i piedi per terra, in Italia ci sono un po’ di negozi che accettano pagamenti con la cripto-valuta: per localizzarli si possono adoperare i servizi on line QuiBitcoin e CoinMap.

I bitcoin e la legge

I bitcoin sono a norma di legge? In Italia la risposta è sì. Qui, infatti, il pagamento in bitcoin è praticamente equiparato al baratto.

In diversi Paesi del mondo, invece, come ad esempio l’Arabia Saudita, l’Equador, il Kyrgyzstan, il Bangladesh e la Bolivia, la cripto-valuta è stata dichiarata illegale.

D’altronde va sempre considerato che quando si parla di bitcoin si parla di un sistema open source che non ha nessun tipo di gestione centralizzata (ciò significa che il traffico e quotazione non sono controllati da istituzioni o enti), e può quindi essere scambiato per mezzo di operazioni “peer-to-peer”; il tutto senza alcuna tracciabilità, intermediazione e in forma anonima.

I bitcoin e le tasse

Dal punto di vista fiscale l’Agenzia delle Entrate non ha mostrato dubbi: i guadagni dovuti alla valutazione delle monete digitali non sono soggetti a tassazione e, in base a quanto deciso dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, il cambio delle valute, al momento, non è neppure soggetto all’applicazione dell’Iva (ma non sono escluse repentine mutazioni di scenario).

È consigliabile investire in bitcoin?

Assolutamente no! Non si tratta di pessimismo, ma concretamente non esiste nessuna garanzia che improvvisamente, anche da chi adesso opera diversamente, i bitcoin vengano accettati come forma di pagamento. C’è chi li vede come un trend passeggero e chi sostiene che la cripto-valuta sia la moneta virtuale del futuro prossimo.

Più che altro il nocciolo della questione, almeno fino ad oggi, consiste nel fatto che per le contrattazioni, non esistendo intermediari tipo banche o enti predisposti, bisogna sbrogliarsela da sé e accettare quindi il rischio di incappare in truffe, perdite dei propri dati o attacchi di hacker.

E poi pesano il fatto che i bitcoin non abbiano ancora un valore legale riconosciuto in nessuno Stato, l’evanescenza di questa valuta e il numero piuttosto esiguo di esercizi commerciali nei quali si possono spendere.

Di contro, c’è senz’altro la possibilità di disporre di pagamenti attivi tutti i giorni dell’anno, h24, e l’opportunità di usare i bitcoin praticamente in tutto il globo; e poi l’abbattimento delle spese di intermediazione e il valore slegato dai giochi politici.