La cosmetica è un mondo affascinante che richiama grande attenzione da parte delle donne e non solo, infatti arriva a provocare una sconfinata produzione di domande e offerte di prodotti talmente dilatata che ormai sembra essere arrivato il momento di saperne qualcosa in più, anche per capire cosa sarebbe meglio evitare o prediligere per la nostra pelle.

Cos’è l’Inci dei cosmetici

L’Inci (“International Nomenclature of Cosmetic Ingredients“) non è altro che il documento di riconoscimento del prodotto che acquistiamo, l’etichetta esposta di solito nel retro e che contiene una serie d’informazioni relative ai cosmetici stessi, che spesso non riusciamo a leggere completamente e con l’attenzione che servirebbe.

Come leggere l’Inci nei cosmetici

Prima regola fondamentale per leggere correttamente l’Inci è quella di soffermarsi sugli ingredienti menzionati nella alla prima riga.

Sono citati in ordine di peso e quindi al primo posto verrà indicata la sostanza che è contenuta in quantità maggiore rispetto alle altre, così via fino ad arrivare agli ingredienti contenuti in una percentuale inferiore all’1% che possono quindi essere scritti in ordine sparso.

Seconda regola da notare è la lingua in cui sono riportati i sostantivi degli elementi: se scritta in latino, significa che il prodotto non ha subito alterazioni o trasformazioni di nessun tipo e quindi è stato inserito in maniera naturale, così com’è stato ricavato dal codice farmaceutico ufficiale.

Quando invece sono inseriti nomi scritti in inglese, significa che queste sostanze sono state alterate, di solito si tratta di derivati vegetali o sostanze chimiche sintetiche. Esistono poi dei derivati vegetali che non hanno subito sofisticazioni e che sono indicate con il nome botanico latino della pianta d’origine, eventualmente seguita dall’indicazione dell’estratto o della parte di pianta dalla quale è stata ricavata, entrambi scritti inglese.

I coloranti artificiali vengono citati con dei codici numerici o delle sigle, di solito con l’iniziale CI (Color Index), che fa riferimento ad un elenco internazionale di questo tipo di sostanze.

È inoltre interessante sapere che i prodotti di natura biologica sono indicati con un asterisco iniziale.

Ingredienti da evitare

Una maggiore attenzione va dedicata alla lista di ingredienti da evitare quando si sta per acquistare un cosmetico in modo da effettuare una scelta consapevole e, perché no, indirizzarsi verso prodotti che contengano sostanze meno inquinanti ed ecosostenibili.

Tra le sostanze da evitare ci sono i parabeni, i siliconi e i petrolati dei quali purtroppo non abbiamo mai piena conoscenza se siano inseriti o meno tra gli ingredienti e suscitano un po’ paura solo a nominarli.

I petrolati sono raffinati dal petrolio, i più nocivi sono i PEG, utilizzati nel prodotto come emulsionanti e per accelerare l’assorbimento delle sostanze contenute nei cosmetici, sia quelle innocue che quelle dannose. Il quantitativo di questo elemento viene riprodotto nell’Inci con la dicitura PEG seguita da un numero: più alto è questo numero, più alta è la possibilità che ci siano residui tossici.

I siliconi sono polimeri inorganici che vengono utilizzati principalmente nei prodotti per capelli e nel fondotinta. Sono considerati molto versatili, resistono ai cambiamenti di temperatura e hanno un’alta capacità idrorepellente che crea un effetto illusorio di morbidezza e idratazione della pelle, la quale è invece solo momentaneamente schermata dal suo reale stato di salute.

Non lasciano quindi traspirare né pelle (provocando l’insorgenza di punti neri) e né capelli (indebolimento e doppie punte) anche se alcuni studiosi sostengono che idratano la pelle in maniera indiretta in quanto non permettono all’acqua contenuta nella nostra epidermide di evaporare.

I parabeni sono conservanti chimici e servono per mantenere il liquido di cui è composto il cosmetico (acqua principalmente) protetto dall’insorgere di batteri e quindi da un’eventuale alterazione; di conseguenza allungano la sua durata nel tempo.

Molto utilizzati in quanto sono i più economici in commercio ma sono anche potenzialmente dannosi perché penetrando a lungo nell’epidermide e tendono ad accumularsi e quindi ad influenzare il regolare funzionamento delle ghiandole. Infine, da non sottovalutare nell’Inci, l’indicazione della scadenza che è differente da quella del PAO che invece riporta la durata minima del prodotto dopo l’apertura.