Hai mai sentito parlare di agrivoltaico? È una soluzione intelligente che unisce agricoltura e produzione di energia solare sulla stessa superficie di terreno. In pratica non si sceglie se coltivare o generare elettricità: si può fare entrambe le cose.

In molti paesi si sta diffondendo questa pratica, soprattutto perché aiuta a ottimizzare l’uso del suolo, creare nuove fonti di reddito per le aziende agricole e contribuire alla transizione energetica. Ma, come tutte le cose, ci sono pro e contro: vediamoli insieme, con occhio critico ma senza allarmismi.

Come funziona l’agrivoltaico in parole semplici

Un impianto agrivoltaico prevede di installare pannelli solari (spesso disposti su strutture rialzate) sopra o accanto alle coltivazioni. Il posizionamento può variare: ci sono configurazioni che lasciano abbastanza spazio sotto ai pannelli per lavorare con macchine agricole, altre pensate per il pascolo o per colture a bassa altezza.

L’idea è che i pannelli non impediscano la crescita delle piante, ma anzi contribuiscano a creare un microclima più favorevole: offrono ombra parziale, riducono il calore estremo nelle ore più calde e rallentano l’evaporazione del suolo. Tutto ciò può aiutare le coltivazioni, specialmente in zone molto assolate o aride.

I vantaggi reali

Realizzare agrivoltaico significa non dover scegliere tra coltivare o produrre energia: puoi fare entrambe le cose. Questo è particolarmente utile dove la terra è scarsa o molto preziosa.

Per un agricoltore, infatti, avere una porzione di terreno che produce energia solare è un’opportunità interessante. Inoltre, permette di integrare il reddito derivante dalle colture, riducendo la dipendenza esclusiva dal raccolto e dagli andamenti climatici. I pannelli solari possono abbassare le temperature nella zona sottostante durante le ore più calde e ridurre la secchezza del suolo. In periodi di siccità o caldo intenso, questo aiuta a risparmiare acqua irrigua, perché si riduce l’evapotraspirazione delle piante.

In zone molto calde o dove il clima è diventato più estremo, piantare colture sotto la leggerissima ombra dei pannelli può ridurre lo stress idrico delle piante, aumentare l’efficienza del sistema agricolo e rendere la produzione più stabile nel tempo.

I limiti e le criticità

Realizzare un impianto agrivoltaico ben progettato richiede più tempo e risorse rispetto a un semplice impianto solare a terra. Ci sono costi legati alla struttura, al posizionamento dei pannelli a un’altezza adeguata e all’ottimizzazione delle colture sottostanti.

Non tutte le colture sono adatte all’ombra parziale. Alcuni raccolti – specie quelli molto esigenti di luce – possono risentirne, con cali di resa o problemi nella crescita. Serve quindi una valutazione attenta del tipo di coltura e del grado di ombreggiamento accettabile. I  pannelli possono limitare l’accesso al terreno sottostante per i macchinari, rendendo più complicate alcune operazioni agricole. A volte può essere necessario progettare impianti che consentano la circolazione dei mezzi o operazioni manuali più complesse, aumentando costi e gestione.

Se l’installazione non è ben studiata, l’ombra proiettata dai pannelli può essere eccessiva nei momenti sbagliati della giornata o in certi periodi dell’anno. La progettazione deve quindi tenere conto di orientamento,inclinazione, altezza e spazi tra i moduli per trovare il giusto equilibrio tra produzione elettrica e crescita agricola.

Anche l’aspetto normativo e incentivante non è da sottovalutare. I fondi per l’agrivoltaico, le tariffe incentivanti o le autorizzazioni necessarie possono variare molto a seconda del paese o della regione. Questo significa che la fattibilità economica e tecnica va sempre valutata caso per caso, tenendo conto del contesto locale.

A chi conviene davvero l’agrivoltaico

A mio avviso, l’agrivoltaico è una soluzione che ha più senso in alcuni casi:

  • dove la costa del suolo agricolo è elevata e si desidera massimizzare l’uso della terra
  • dove il clima è abbastanza caldo e soleggiato, ma in cui un po’ di ombra può aiutare a ridurre lo stress delle piante
  • dove l’agricoltore è interessato a diversificare il reddito e migliorare la resilienza ai cambiamenti climatici
  • dove la normativa locale e gli incentivi rendono l’investimento fattibile anche sul lato economico

In pratica: non serve solo valutare la resa agricola o energetica, ma pensare a un modello integrato.

L’agrivoltaico è una tecnologia promettente, che offre una via intelligente per conciliare produzioni agricole e generazione di energia rinnovabile sullo stesso terreno. Funziona bene quando è ben progettato, quando le colture sono scelte con criterio e il sistema è adattato al contesto climatico.

Se stai considerando di installare un impianto agrivoltaico o semplicemente sei curioso, vale davvero la pena fare una valutazione personalizzata: capire quanto sole riceve il tuo terreno, che colture coltivi o potresti coltivare, se puoi accedere a incentivi e quali sono i tuoi obiettivi (maggior stabilità di reddito, riduzione del consumo energetico, minor impatto idrico).