Se stai leggendo questo articolo, probabilmente ti stai chiedendo se sia possibile rateizzare un decreto ingiuntivo.
Prosegui con la lettura e capirai come pagare agevolmente un decreto ingiuntivo a rate, in quali casi è possibile farlo e come effettuare concretamente la rateizzazione.

Cos’è un decreto ingiuntivo?

Prima di capire come rateizzarlo, è utile sapere che cosa sia un decreto ingiuntivo, fare un passo indietro e analizzare in quali casi può essere notificato.
Il decreto ingiuntivo è un sollecito a pagare una certa somma di denaro verso un creditore, emesso dal giudice di un tribunale. Esso viene sempre notificato su richiesta del creditore, con l’obiettivo di ottenere il pagamento dovuto.

In una prima fase, il decreto viene inviato dall’avvocato della controparte al debitore, ma se non vi è alcuna risposta, viene effettuata la convalida da parte di un giudice, che richiede il pagamento entro 40 giorni. Il decreto ingiuntivo arriverà al debitore sotto forma di una notifica dell’atto giudiziario.
Il debitore, in questi 40 giorni di tempo, può decidere di opporsi al decreto ingiuntivo se vi sono motivazioni valide (come vizi di forma), oppure può richiedere un accordo tra le parti in modo da dilazionare il debito.

É bene ricordare che la rateizzazione non è un diritto del debitore, e quindi il creditore non è tenuto a concederla. Si tratta soltanto di una possibilità che viene accordata di frequente, per il semplice motivo che in questo modo vengono recuperati più facilmente i soldi dovuti.

Quando è possibile richiedere la rateizzazione di un decreto ingiuntivo?

Dopo 40 giorni dalla notifica, il decreto ingiuntivo diventa esecutivo, e dunque non sarà più possibile opporsi, ma si potrà richiedere la rateizzazione. Questa soluzione permette di pagare in maniera più agevole l’intero importo, ma è possibile soltanto se vi è un accordo con la controparte, dal momento che la rateizzazione non è regolata da nessuna legge.

Per rateizzare il decreto ingiuntivo, si dovrà contattare l’avvocato del debitore, e concordare un piano per dilazionare i pagamenti. Qualora la trattativa abbia un esito positivo, verrà stipulato un accordo fra le parti, detto atto di transazione, mediante il quale il soggetto inadempiente si adopera a versare delle somme a scadenze prefissate.

Se invece non viene raggiunto l’accordo, e si è impossibilitati a pagare l’intero importo, è consigliato effettuare comunque dei piccoli versamenti. Ciò dimostrerà la buona volontà del debitore e l’intenzione di saldare il debito, e probabilmente eviterà che si proceda al pignoramento.

Nessuno ha interesse ad agire, se sta ottenendo ciò che desidera. Inoltre, pagando spontaneamente delle piccole somme, si verifica una variazione continua dell’importo da pignorare, rendendo difficoltoso fare delle stime precise per procedere.

Un’ulteriore soluzione possibile è richiedere il saldo e stralcio, in cui il debitore si impegna a versare una determinata somma, in un’unica soluzione. In questo modo viene pagata una parte consistente dell’importo, seppur non la sua totalità. Si tratta di un procedimento che di solito è ben accolto dal creditore, perché permette di recuperare quasi l’intera cifra spettante, evitando al contempo le spese giudiziarie.

Si può evitare il pignoramento?

In certi casi, a seguito dell’emissione del decreto ingiuntivo, viene avviata subito una procedura di esecuzione forzata, ovvero un pignoramento.

É possibile richiedere la rateizzazione anche in questo caso, attraverso la cosiddetta conversione di pignoramento. La somma dovuta verrà comunque rateizzata, ma si dovrà pagare una cauzione iniziale per poterne fare richiesta.

La conversione di pignoramento prevede una cauzione iniziale che ammonta a un 1/6 del debito complessivo, mentre il resto dell’importo viene rateizzato per un periodo massimo di 48 mesi.
Naturalmente il debitore non potrà dichiararsi nullatenente per evitare il pignoramento, qualora non lo sia veramente.

É bene ricordare infatti che il creditore potrà verificare la presenza di redditi e di beni mediante l’Anagrafe Tributaria, un grande database in cui sono presenti tutti i redditi intestati a un soggetto. All’interno del reddito figurano case, auto, ma anche lo stesso stipendio. Se il giudice lo autorizza, il creditore potrà accedere e verificare la situazione.